ULTIMI GIORNI (8)

 


La giornata era iniziata in maniera serena, mi sono svegliato un po’ più positivo, ottimista. Ho deciso di tenermi sempre occupato, dentro e fuori casa, cercando di pensare il meno possibile e di stancarmi tanto, così da addormentarmi subito di sera. Dopo la colazione, ho iniziato a sentire rumori provenire dall’esterno. Inizialmente, avevo pensato ad altre allucinazioni, ma i rumori sembravano così chiari e netti. Mentre stavo per avvicinarmi alla finestra per osservare, qualcuno ha iniziato a bussare, due, tre volte. Senza chiedere nulla, in maniera avventata, con tutti i rischi del caso, mi sono ritrovato ad aprire, ritrovandomi davanti un uomo di mezz’età, con un grande zaino sulle spalle.

«Posso entrare?».

Mi sono scostato, lasciandogli lo spazio per entrare, senza rispondere. Si è diretto verso il tavolo, sedendosi.

«Hai qualcosa da bere?».

Gli ho versato del tè che avevo preparato da poco e mi sono seduto anche io, fissandolo, senza sapere cosa pensare. Amico o nemico? L’aspetto sembrava stanco e provato, per nulla minaccioso, anche se di sicuro era armato: nessuno oggi potrebbe vagare da solo disarmato. Indossava jeans, anfibi, un grosso giaccone nero, un capellino con visiera, uno zaino con annesso sacco a pelo, anch’esso nero.

«Vivi qui da solo?».

«Perché lo chiedi?».

«Tranquillo, sono inoffensivo. Sono di passaggio, ho visto la casa e mi faceva piacere scambiare qualche parola. Credo che diventerà sempre più difficile. La gente non si è ancora resa conto di quello che sta succedendo, qualcuno ovviamente pensa a chissà quale complotto, a qualche segreto nascosto. Io sto andando verso ovest, cercherò di stare quanto più possibile nei boschi, al riparo dal cielo».

«Vivo solo».

«Certo, con la solitudine non sarà facile, per nessuno dei due. L’ideale sarebbe chiudersi in una casa e non aprire le finestre oppure nascondersi in un bunker, ma anche lì nessuno è al sicuro. Potrebbe presentarsi qualche visione nei sogni. Se non arrivano a soggiogare la tua mente di giorno, con le apparizioni mostruose, ci riescono la notte. Hai già avuto brutte esperienze?».

«Nessuna, al momento tutto bene».

«Beh, le cose andranno sempre peggio, ne sono sicuro. Prima o poi, non vedremo altro. Solo i più forti di testa dureranno di più. Ma siamo tutti destinati a soccombere».

«Vai verso ovest?».

«Sì, per il momento. Poi deciderò in base alle provviste e a quello che accadrà intorno a me».

«Vuoi qualcosa?».

«Una bottiglia d’acqua, se puoi».

«Te ne do due».

Si è alzato, ha sistemato le bottiglie d’acqua in uno zaino sul punto di scoppiare ed è andato via salutandomi.

Ho seguito i suoi passi dalla finestra, l’ho visto sparire fra gli alberi, chiedendomi se lo avrei mai rivisto, se l’avessi mai visto. Dopo aver messo a posto la sedia, ho deciso che dovevo seguire la sua iniziativa per non impazzire. La follia, prima o poi, si sarebbe impossessata di tutti noi, questo non era stato ancora capito. Ma, forse, impegnando costantemente il corpo e il cervello nella lotta per la sopravvivenza, avrei rimandato l’inevitabile. Tutto ciò che avrei dovuto fare ora era prepararmi.


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