Il Terzo Occhio
Mentre fuori il silenzio è ormai spettrale, mentre il mondo
finisce, ascolto Aenima dei Tool. Ogni album dei Tool potrebbe essere da
conservare per la fine del mondo, ma se dovessi scegliere punterei su questo,
forse perché inaspettato, una sorpresa che sconvolse molti ascoltatori per la
sua perfezione. Dopo Aenima, da ogni disco dei Tool ci si aspettava un
capolavoro, una magia, un’alchimia di suoni e parole capaci di avvolgerti e di
lasciarti stordito ed euforico. Una danza esoterica capace di trasportarti all’interno
di un lungo e appassionato sabba. Ma questo album arrivò dopo un disco bello ma
“normale”, che non fece gridare al miracolo e non causò un entusiasmo generale.
Con l’uscita di Aenima, invece, i Tool diventano i Tool, con
tutto quello che si può associare al loro nome e alla loro musica: rock, metal,
prog, dark, ansia, rabbia, paura. Una girandola di emozioni che cresce
ascoltando il disco. Un viaggio onirico e ancestrale da Stinkfist a Third Eye
che, quando uscì, mi lasciò senza fiato. Tra un disco e il successivo sarebbe
passato sempre più tempo, magari qualche album si potrebbe considerare pure
superiore al già maestoso Aenima, ma questo è la svolta, la stipula di un patto
oscuro con il dio della musica che li porterà sull’Olimpo.
Commenti
Posta un commento